«Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile»

ECCO I 4 PUNTI CARDINE
PER NON CADERE NELLA
TRAPPOLA DELL’ESITAZIONE

Nel Financial Times del 26 Marzo 2020 (Leggi l’articolo originale in lingua inglese >>CLICCANDO QUI<<) si può trovare un’intervista a Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea, in cui affronta temi riguardanti il COVID-19.

Tra i vari punti che ha toccato, quattro sono quelli che mi hanno colpito di più:

Il primo punto è quello in cui dice chiaramente che l’unico grande precedente alla situazione che stiamo vivendo è quello vissuto durante i periodi delle Guerre Mondiali.

Il secondo punto degno di nota è la parte in cui dice che «Di fronte a circostanze non prevedibili un cambio di mentalità è necessario in questa crisi come lo sarebbe in tempi di guerra».

Il terzo punto, spunto di riflessione, è una semplice frase ma che ha il peso di un macigno:

«Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile»

 

Il quarto punto è ciò che lui raccomanda debba avvenire per poter far fronte ad una situazione che porterà al collasso molte delle nostre realtà aziendali: il supportarsi a vicenda per raggiungere ciò che è evidentemente una causa comune.

 

(“La velocità del deterioramento dei bilanci privati – causato da una chiusura forzata che è sia inevitabile che auspicabile – deve essere fronteggiata in egual misura con l’investimento di capitali pubblici, mobilitando le banche e, come Europei, aiutarci l’un l’altro nel perseguire quella che è chiaramente una causa comune.”)

Facciamo un passo indietro.

Nell’intervista dalla quale ho preso spunto, Draghi è stato chiamato a dare la sua opinione sui probabili effetti provocati dalla situazione che stiamo affrontando, e sulle azioni che gli stati e in primis l’Unione Europea dovrebbero intraprendere per contrastare la crisi.

Come oramai dicono tutti, stiamo vivendo una situazione che non sapremo come evolverà.

Emozioni come ansia, paura e angoscia rischiano di prendere il sopravvento.

Imprenditorialmente parlando noi imprenditori siamo stati abituati ad essere lasciati soli e a doverci rialzare con le nostre mani, è naturale riempire gli spazi di incertezza con le stesse emozioni e gli stessi sentimenti che abbiamo vissuto in un contesto simile.

Cosa potremmo aspettarci di diverso da oggi?

Queste settimane di fermo potrebbero avere degli effetti disastrosi sui bilanci di fine anno.

C’è la possibilità di trovarsi a prendere decisioni che vanno contro i propri principi.

Potresti dover licenziare collaboratori cari perché non si ha più la forza di ripartire.

O addirittura trovarsi a chiudere l’azienda, di famiglia da generazioni.

Quale effetto potrebbe avere questo sulla tua vita? «Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile».

Se sia una trovata per tenerci tutti sotto controllo e nel terrore, questo non lo posso sapere.

Ma se hai avuto modo di leggere gli articoli che ho scritto nei giorni scorsi sai che la mia raccomandazione è quella di guardare a dati oggettivi e concreti e quindi di ancorarti saldamente ai numeri della tua azienda.

Non siamo indovini e non siamo mercenari.

L’imprenditore è colui che ha un occhio orientato al mercato e ha i piedi ben radicati nei numeri della sua azienda e da quelli inizia a strutturare un piano per la crescita.

Le parole d’ordine che devono accompagnarci in questi giorni sono 4:

  • RIFLESSIONE

  • CAMBIAMENTO

  • COLLABORAZIONE

  • AZIONE

RIFLESSIONE: Prendiamoci questo tempo per fare un bilancio, un quadro vero ed obiettivo della nostra realtà lavorativa e da lì ripartiamo a costruire il nostro futuro.

CAMBIAMENTO: Sono anni che sostengo che nel mercato di oggi il cambiamento è necessario: non puoi sopravvivere se ancora speri che tutto torni come prima della Crisi del 2008.

COLLABORAZIONE: Avere dei collaboratori interni od esterni che ti vedano come un membro di una squadra piuttosto che uno sfruttatore senza cuore è quel quid in più che ti può dare la forza di rialzarti e continuare.

AZIONE: La SFIDA sta nel vedere quanto saremo veloci a TRASFORMARE le nostre aziende in ciò che sarà richiesto nei giorni in cui usciremo dalla quarantena.

In questi giorni mi sono presa tempo per riflettere seguendo i 4 punti cardine che ti ho elencato sopra.

Mi sono chiesta più volte

Cosa posso fare io oggi per migliorare questa situazione?”

La risposta che mi sono data è

ESSERE PRESENTE

e

mettere a disposizione la mia esperienza,
e quella della mia azienda

per

affiancare le aziende che lavorano con noi

nel

fare il punto della situazione

per

uscire poi da quel pantano in cui ci troveremo.

 

E, come azione concreta, ho deciso di fare la mia parte aiutando tutte le aziende in ginocchio a causa del COVID-19, oggi più che mai obbligate a lavorare con gli impianti che già hanno senza poterli cambiare

 

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